Montalcino: un sorso di vino tra storia e cultura.
Montalcino come la maggior parte delle località toscane si presenta come un borgo medioevale, con le classiche costruzioni in pietra, torri, castelli, fortezze e vie strette. Sono state tuttavia ritrovate tracce inequivocabili degli insediamenti etruschi. In particolare è stata ritrovata una fortezza, che si pensava fosse risalente all’epoca preistorica, presso la località di Civitella, a pochi km dall’abitato odierno di Montalcino. La fortezza è collocata a oltre 600 mt. s.l.m ed è un caso unico nel suo genere.
Presenta almeno 3 cinte murarie molto possenti, che sono alte in alcuni punti più di 2 mt. e larghe almeno 4. Fu scoperta agli inizi del ’900 dall’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli e oggi gli scavi sono ancora in corso, in vista dell’apertura di un museo che raccolga i preziosi reperti rinvenuti in un sito archeologico molto vasto.
Montalcino fu anche protagonista nei secoli a partire dall’anno 1100 di diverse guerre con le vicine Siena e Firenze che fin dal 1200 che si contendevano il suo territorio.
La sua storia è legata tuttavia alla splendida Abbazia di Sant’Antimo e al suo abate Apollinare al quale il figlio di Carlo Magno concesse il controllo del territorio montalcinese nel 814.
In particolare Montalcino si rese protagonista di battaglie epiche quali quella di Montaperti del 1260 dove si scontrarono guelfi e ghibellini, rispettivamente fiorentini e senesi, che Dante definì come “lo strazio e ‘l grande scempio” per i migliaia di morti rimasti sul campo di battaglia.
Ebbe la meglio Siena che riportò sotto la sua influenza Montalcino e vi rimase per diversi secoli.
Proprio sotto il controllo di Siena nel 1361 venne costruita la Rocca che, non solo serviva come avamposto difensivo, ma voleva anche rinforzare il suo dominio.
Oggi il castello di Montalcino si erge imperioso a dominare la valle ed è pressoché intatto, visitabile anche sui camminamenti delle torri di avvistamento poste agli angoli. A guardarlo il tempo sembra essersi fermato e proprio per questo attira ogni anno migliaia di visitatori.
Ma le guerre per Montalcino continuarono fino ad arrivare a quella del 1553 quando fu attaccata dalle truppe di Carlo V e fu tolta al controllo di Siena.
Con il famoso trattato di Cateau Cambrésis del 1559, che siglò la pace fra la Francia e la Spagna e quindi anche tra i loro alleati, Montalcino venne inclusa nell’orbita del Granducato di Toscana. La storia moderna vede l’ultimo atto delle varie dominazioni nell’annessione al Regno d’Italia per volontà di popolo nel 1860.
Come città medioevale ma con influenze etrusche, romane, fino ad arrivare anche a insediamenti dell’età della pietra, Montalcino vanta numerose tradizioni che caratterizzano questo pittoresco borgo.
Ottobre in particolare è il mese che i montalcinesi dedicano alla memoria e alla rievocazione delle loro tradizioni tra folklore, musiche, degustazioni ed enogastronomia, tornei e sfilate in costume d’epoca. In particolare l’ultimo fine settimana di ottobre è incentrato sulla “Sagra del Tordo”, per la diffusione della caccia nei boschi all’intorno. Si svolge dal 1958 all’ombra della Rocca e si sviluppa in diverse fasi a partire dalla mattina: sfilate in costume e balli dell’epoca, tiro con l’arco e banchetti di prodotti tipici, incluso il famoso vino Brunello, rinomato in tutto il mondo. La sua economia infatti ruota proprio attonto alla produzione vitivinicola e alle esportazioni del Brunello di Montalcino, e la produzione di un olio rinomato.
Ma Montalcino è sopratutto cultura e turismo con luoghi da visitare quali la chiesa di S. Agostino del XIV sec., Palazzo Pieri, le già citate Rocca o Castello e l’Abbazia di S. Antimo, il Teatro degli Astrusi, Le logge, il Palazzo Comunale e le sue caratteristiche vie.
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