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L’abbazia di san galgano e l’eremo di Monte siepi

 
Immersa nella campagna a pochi chilometri da Siena, a Chiusdino, si trova l’Abbazia di San Galgano.
La costruzione di questa imponente abbazia risale al 1218 in onore del Santo che qui scelse di ritirarsi su un eremo. Galgano era un giovane cavaliere appartenente, pare, alla famiglia Guidotti anche se sul nome tuttavia non c’è nessuna certezza. La storia di questo cavaliere infatti è legata alla leggenda di una spada conficcata in una roccia che ricorda inevitabilmente Re Artù, Lancillotto e i cavalieri della tavola rotonda e i racconti del ciclo bretone. Il nome “Galgano” infatti ricorda quello di Galvano, proprio uno dei cavalieri di re Artù.

Da ricerche effettuate pare quindi che Galgano appartenesse a una famiglia nobile, cioè i conti Pannocchieschi. I suoi genitori, Dionisia e Guido erano molto devoti e osservavano, senza poter fare nulla però, la condotta di vita dissipata del figlio che, tuttavia viveva inevitabilmente le violenze e i soprusi dell’età medioevale.
Galgano però fu preso all’improvviso da forti dubbi sul senso della sua vita e la conferma la ebbe quando sognò l’arcangelo Michele che cercava di convincere sua madre di concederlo alla vita religiosa. Galgano rimase turbato da ciò e decise quindi di cambiare completamente vita. In un altro sogno,infatti, sempre l’arcangelo Michele, gli mostrò il luogo dove avrebbe dovuto seguirlo, che somigliava molto a quello che oggi è il posto dove sorge l’Eremo di Montesiepi: un’altura verde con un fiume vicino e una costruzione circolare, dove ad attenderlo c’erano i 12 apostoli, Gesù e la Madonna per intraprendere una vita da eremita.

Galgano iniziò sua vita religiosa con i monaci della Maremma. La madre però di Galgano era contraria e pur di farlo desistere lo fece fidanzare con una ragazza del luogo, ma mentre lui camminava verso la casa di questa, gli apparve visivamente l’arcangelo Michele che lo invitò a cambiare strada e lo accompagnò sull’eremo.
E qui che la leggenda della spada nella roccia incrocia la storia del cavaliere Galgano. Dopo questa sconvolgente visione mistica Galgano prese la sua spada e la conficcò nella roccia, in modo che l’impugnatura fungesse da croce, dove promise di pregare durante il suo ritiro dal mondo.Tutto questo accadde nel 1180, e molti giovani seguirono l’esempio di Galgano, che si recò da Alessandro III per chiedere la creazione di un ordine religioso. Un anno dopo però Galgano morì, a soli 33 anni. Solo 4 anni più tardi il Papa Lucio III lo innalzò agli onori dei santi. 
L’eremo di Montesiepi fu eretto come nella descrizione dell’arcangelo nel 1185, non lontano da quello che rimane dell’Abbazia di San Galgano e, ancora oggi, si può ammirare la spada protetta da una lastra di vetro, davvero molto suggestiva. Accanto all’eremo si trova una cappella a pianta rettangolare del ’300 con vari dipinti.
L’ Abbazia di San Galgano ospitava i monaci cistercensi che, colpiti dalla peste nel 1348, furono decimati, fino a quando nel 1500 rimase deserta. Fu quindi sconsacrata, anche per la pericolosità della struttura, che perse completamente il tetto.

Oggi conserva un estremo fascino conferito proprio dalla possibilità di osservare il cielo dall’interno delle possenti mura.
Il luogo è stato quindi adibito per ospitare diverse manifestazioni ed è stato corredato da un impianto d’illuminazione che lo rende davvero magico
Montalcino.

Montalcino: un sorso di vino tra storia e cultura.

Montalcino come la maggior parte delle località toscane si presenta come un borgo medioevale, con le classiche costruzioni in pietra, torri, castelli, fortezze e vie strette. Sono state tuttavia ritrovate tracce inequivocabili degli insediamenti etruschi. In particolare è stata ritrovata una fortezza, che si pensava fosse risalente all’epoca preistorica, presso la località di Civitella, a pochi km dall’abitato odierno di Montalcino. La fortezza è collocata a oltre 600 mt. s.l.m ed è un caso unico nel suo genere.
Presenta almeno 3 cinte murarie molto possenti, che sono alte in alcuni punti più di 2 mt. e larghe almeno 4. Fu scoperta agli inizi del ’900 dall’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli e oggi gli scavi sono ancora in corso, in vista dell’apertura di un museo che raccolga i preziosi reperti rinvenuti in un sito archeologico molto vasto.
Montalcino fu anche protagonista nei secoli a partire dall’anno 1100 di diverse guerre con le vicine Siena e Firenze che fin dal 1200 che si contendevano il suo territorio.
La sua storia è legata tuttavia alla splendida Abbazia di Sant’Antimo e al suo abate Apollinare al quale il figlio di Carlo Magno concesse il controllo del territorio montalcinese nel 814.
In particolare Montalcino si rese protagonista di battaglie epiche quali quella di Montaperti del 1260 dove si scontrarono guelfi e ghibellini, rispettivamente fiorentini e senesi, che Dante definì come “lo strazio e ‘l grande scempio” per i migliaia di morti rimasti sul campo di battaglia.
Ebbe la meglio Siena che riportò sotto la sua influenza Montalcino e vi rimase per diversi secoli.
Proprio sotto il controllo di Siena nel 1361 venne costruita la Rocca che, non solo serviva come avamposto difensivo, ma voleva anche rinforzare il suo dominio.
Oggi il castello di Montalcino si erge imperioso a dominare la valle ed è pressoché intatto, visitabile anche sui camminamenti delle torri di avvistamento poste agli angoli. A guardarlo il tempo sembra essersi fermato e proprio per questo attira ogni anno migliaia di visitatori.
Ma le guerre per Montalcino continuarono fino ad arrivare a quella del 1553 quando fu attaccata dalle truppe di Carlo V e fu tolta al controllo di Siena.
Con il famoso trattato di Cateau Cambrésis del 1559, che siglò la pace fra la Francia e la Spagna e quindi anche tra i loro alleati, Montalcino venne inclusa nell’orbita del Granducato di Toscana. La storia moderna vede l’ultimo atto delle varie dominazioni nell’annessione al Regno d’Italia per volontà di popolo nel 1860.
Come città medioevale ma con influenze etrusche, romane, fino ad arrivare anche a insediamenti dell’età della pietra, Montalcino vanta numerose tradizioni che caratterizzano questo pittoresco borgo.
Ottobre in particolare è il mese che i montalcinesi dedicano alla memoria e alla rievocazione delle loro tradizioni tra folklore, musiche, degustazioni ed enogastronomia, tornei e sfilate in costume d’epoca. In particolare l’ultimo fine settimana di ottobre è incentrato sulla “Sagra del Tordo”, per la diffusione della caccia nei boschi all’intorno. Si svolge dal 1958 all’ombra della Rocca e si sviluppa in diverse fasi a partire dalla mattina: sfilate in costume e balli dell’epoca, tiro con l’arco e banchetti di prodotti tipici, incluso il famoso vino Brunello, rinomato in tutto il mondo. La sua economia infatti ruota proprio attonto alla produzione vitivinicola e alle esportazioni del Brunello di Montalcino, e la produzione di un olio rinomato.
Ma Montalcino è sopratutto cultura e turismo con luoghi da visitare quali la chiesa di S. Agostino del XIV sec., Palazzo Pieri, le già citate Rocca o Castello e l’Abbazia di S. Antimo, il Teatro degli Astrusi, Le logge, il Palazzo Comunale e le sue caratteristiche vie.

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Siena, la città del Palio…e non solo

Siena è indubbiamente una delle città più belle della Toscana ricca di attrazioni turistiche e manifestazioni che rievocano la tradizione storica della città conosciute in tutto il mondo.

Nel centro cittadino c’è la famosa Piazza del Campo, luogo d’incontro dei senesi e delle migliaia di turisti presenti durante tutto l’anno. La piazza ha una tipica forma a conchiglia divisa “a spicchi” ed è in discesa perfetta nelle belle giornate di sole, quando la gente ama stendersi sui mattoni rossastri a prendere il sole. Sul lato del Palazzo Comunale si trova la Fonte Gaia, che storicamente era il punto nel quale l’acqua veniva portata fino al centro cittadino. Quella che si vede oggi è solo una fedele riproduzione in marmo di Carrara, mentre l’originale è conservata per essere preservata nel Museo di Santa Maria Della Scala.

Anche il Palazzo Comunale è uno splendido esempio di costruzione tipica medioevale, costruito intorno al 1300, e composto da 3 piani con la famosa Torre del Mangia, eretta però intorno al 1325: è una delle torri più alte che tocca i 112 m. Attraversato il cortile interno si accede ai piani riccamente dipinti con diverse sale. Tra le più belle, con le pareti completamente dipinte, c’è la Sala del Risorgimento e la Sala dei Nove. Un panorama spettacolare sulla zona sud della città si può ammirare dalla Loggia.

Piazza del Campo diventa per due volte all’anno, il 2 luglio e il 15 agosto, teatro del famoso Palio di Siena la celebre corsa di cavalli dove si sfidano i migliori fantini arruolati in rappresentanza delle rispettive 17 contrade della città. Dura pochi minuti ma è un crescendo di tensione, agitazione e infine di grande festa per il vincitore. Tutta la città ne è coinvolta e il mondo intero conosce questa antica tradizione che risale al 1200.
A pochi passi si trova il Duomo di Siena dedicato a Maria Assunta e la bella piazza attigua. Il Duomo è costruito con la tipica “balza senese” con marmo a righe bianche e nere e risale al 1100. Ha una forma a croce latina con 2 navate e anche il campanile utilizza lo stile con la balzana, e la facciata riproduce uno splendido mosaico dorato sulla sommità, che raffigura l’Incoronazione della Vergine.
Il Duomo o Cattedrale Metropolitana è stato restaurato negli anni passati ed è un fulgido esempio di gotico romano italiano. L’interno è ricchissimo di marmi e dipinti, in particolare il pavimento è composto da 56 riquadri, ognuno dei quali è un’opera d’arte d’intaglio marmoreo. Da visitare anche la libreria Piccolomini che contiene affreschi meravigliosi del Pinturicchio e di Raffaello.

Molto apprezzato dai turisti è Palazzo Piccolomini che sul frontone riporta lo stemma araldico della famiglia. Fatto costruire dal nobile casato nel 1469 è il più bell’esempio di architettura rinascimentale della città e colpisce per la sua imponenza. Oggi è sede dell’Archivio di Stato e ospita una galleria dove ammirare le Tavolette dipinte (103), che rappresenta le copertine di altrettanti libri.
Siena ospita anche le spoglie di Santa Caterina, in particolare la testa, Patrona d’Italia presso il Duomo di San Domenico, e il Santuario che fu anche la sua casa.
A Siena potete visitare anche il Museo dell’Opera del Duomo: doveva essere un ampliamento del nuovo duomo ma non fu mai completato e qui si trovano i capolavori del Buoninsegna, tra cui la Pala della Maestà risalenti al XIV sec.